Dal Medioevo al 1881 |
L’Acquedotto Medioevale (Acquedotto dei Vasi e Acquedotto Magistrale): Per la Città Alta piccole sorgenti dei colli e n. 3 serbatoi di città alta: il “Fontanone” costruito nel 1342 dai Visconti + Piazza Mascheroni + Piazza Mercato delle Scarpe. Oggi queste sorgenti e questi serbatoi non sono utilizzati. Per la Città Bassa, inizialmente campagna urbanizzata per gradi, l’acqua delle rogge e di pozzi a mano. |
1861 |
Siccità |
1867 |
Colera |
1867 |
La Giunta Comunale vuole un nuovo acquedotto moderno. Esamina 3 ipotesi alternative per catturare l’acqua: (i) dalla roggia serio; (ii) nuovi pozzi nella città bassa; (iii) dalle sorgenti di bondo petello di Albino |
1872 |
Il Consiglio Comunale approva il progetto preliminare Bondo Petello + Sant’Agostino |
1877 |
Il Consiglio Comunale boccia il progetto definitivo Bondo Petello + Sant’Agostino |
1880 |
Interviene la Compagnie General des eaux con un accordo di costruzione e gestione 50 anni |
1880 |
Il 14 ottobre iniziano i lavori per realizzare il serbatoio di Sant’Agostino e la rete di adduzione verso le sorgenti di Bondo Petello |
1881 |
Il 5 novembre 1881, è inaugurato il Serbatoio di Sant’Agostino (3.000 m3) e il grande acquedotto (12 km) che lo collega alle sorgenti di Bondo Petello (40 l/s). Meno di un anno dall’inizio dei lavori. Nel 1881 Bergamo ha 44.000 abitanti (oggi 120.000). |
1885 |
La rete della città bassa viene progressivamente ampliata sino a Longuelo e Daste. La città alta è ancora senza acqua. Le vecchie sorgenti non sono sufficienti. |
1888 |
Arriva l’energia elettrica in città, |
1889 |
L’acqua del serbatoio di Sant’Agostino viene “spinta” in Città Alta. Una pompa solleva l’acqua dal serbatoio di Sant’Agostino a quello di “Castagneta” (1.000 m3) nel frattempo costruito. Dal serbatoio di Castagneta l’acqua casca sulla città alta e su buona parte dei colli. In città alta si accumula nel secondo serbatoio “Rocca” (500 m3) |
‘900 |
Dal 1881 la popolazione si incrementa di 1.000 abitanti ogni anno. Serve più acqua! Il Comune valuta la gestione diretta del servizio acquedotto, con il riscatto degli impianti della General des eaux. Il progetto di municipalizzazione si realizza alcuni anni dopo. |
1912 |
Si catturano le sorgenti di Algua in valle Brembana. La General des eaux costruisce un “grandioso” acquedotto. 400 l/s - 23 km (da Algua al serbatoio di Sant’Agostino). |
1912 |
Si installa la prima turbo-pompa per portare l’acqua dal serbatoio di Sant’Agostino alla città alta senza consumare energia elettrica dalla rete. La turbopompa si “carica” da sola grazie alla forza dell’acqua che arriva al serbatoio dalle montagne. |
1912 |
Si realizza un nuovo serbatoio di 500 m3 per città alta e i colli. È il serbatoio Bastia su monte Bastia. Lo riempie l’acqua che viene spinta dal serbatoio di castagneta. |
1913 |
Il 20 gennaio il Comune si “riprende” l’acquedotto e lo gestisce con una nuova azienda municipale (poi AMAC). Finisce la gestione francese della General des aux. |
1921+ |
Il grande acquedotto di Algua è fragile. Scarsa qualità della ghisa e cattivo andamento altimetrico (forti pressioni nei punti bassi). Tra il 1924 e il 1928 Bergamo resta con l’acqua razionata per 3 volte. Il professor Marzolo della Regia Scuola di Ingegneria di Padova scrive d’essere in « presenza d’un grave malato; e come un medico esperto deve talora chiedersi fino a qual punto l’organismo d’un’infermo possa sopportare determinati rimedi, così dobbiamo preoccuparci dell’attitudine di questa tubazione a cimentarsi in un nuovo regime»
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1924 |
Si installa la seconda turbo-pompa per portare l’acqua dal serbatoio di Sant’Agostino alla città alta senza consumare energia elettrica dalla rete. |
1930 |
Il grande acquedotto di Algua viene in buona parte ricostruito sulla base del progetto del prof. Marzolo. Il profilo cambia, viene rettificato grazie a ponti canale (20 e più) e gallerie |
1950+ |
Cresce la popolazione. Serve più acqua. |
1959+ |
Grande Acquedotto e Sorgenti Costone. 250 l/s 21 km di reti. Viene costruito un nuovo serbatoio “Calvarola” di 10.000 m3 sulla linea che va a Sant’Agostino. Cambia il carico idraulico a monte da 30 a 60 metri di colonna d’acqua. |
1971 |
Grande Acquedotto della Nossana. 800 l/s 28 km di reti. |
PARTE TECNICA
Le vasche |
3.000 m3 di capacità. In principio, la riserva d’acqua durava 3 giorni. Oggi ne dura meno di 3 ore. Ogni giorno il serbatoio si svuota e si riempie, in un moto continuo, in media per 9 volte |
Il nodo |
Ancora oggi il serbatoio di Sant’Agostino è il principale nodo di smistamento dell’acqua cittadina. Ogni anno “smista” in arrivo e uscita 10 milioni di metri cubi di acqua (in media 27.000 m3 al giorno) : 9 milioni vanno alla città bassa per caduta naturale; 1 milione viene sollevato alla città alta. |
Turbo pompe |
Sono due, una di riserva all’altra. Possono sollevare sino a 50 litri al secondo verso la città alta. In media, ogni giorno, l’acqua sollevata è di 2.700 m3. |
Turbine |
Due turbine da 20 e 35 kW trasformano la spinta dell’acqua in energia elettrica. Circa 450.000 kWh all’anno, di cui il 10% utilizzato (autoconusmo) e il 90% immesso in rete e quindi “venduto”. |
Pompe |
L’impianto è inoltre dotato di una pompa ausiliaria sempre verso città alta; si attiva raramente solo se serve e consuma l’energia autoprodotta. |
Energia |
Il Serbatoio di Sant’Agostino è energeticamente autosufficiente grazie al sistema delle turbopompe e delle turbine tutte le utenze sono alimentate autonomamente ed anzi avanza energia per 400.000 kWh all’anno che viene ceduta alla rete |