Storia e caratteristiche
L’acquedotto della Nossana nasce tra il 1971 e il 1975, per soddisfare la crescente richiesta di acqua da parte di Bergamo e del suo territorio provinciale. Presenta una lunghezza di circa 28 km, collegando la sorgente posta in valle Nossana con il capoluogo attraverso una condotta in acciaio DN900, dalla camera di raccolta delle sorgenti fino all’inizio dell’anello sud di Bergamo.
Già negli anni 60 lo sviluppo della città e della cintura richiedeva maggior portata. Il piano regolatore degli acquedotti confermò tale necessità e vincolò le acque della Valle Nossana al soddisfacimento delle richieste della città e dei comuni contermini.
Le acque della Valle Nossana, fino al tempo utilizzate a scopo industriale per produzione elettrica o meccanica (magli) vennero così derivate, addotte e interconnesse con le dorsali di distribuzione principali già esistenti o di nuovo impianto: l’anello sud.
Il territorio delle sorgenti della Nossana si presenta come un anfiteatro dalle pareti molto ripide, creato nel corso dei tempi dall’azione erosiva delle sorgenti stesse; l’acqua sgorga da rocce calcaree di origine organico-clastica a cemento calcareo pelitico di età ladinica, interessata da fratture a fessurazioni profonde che hanno determinato l’alta permeabilità delle rocce.
La qualità dell’acqua
La sorgente Nossana fornisce acqua, in media, in una forbice compresa tra i 400 e i 600 litri al secondo. Di che tipo di acqua parliamo?
In considerazione del fatto che il bacino imbrifero riguarda un’area essenzialmente disabitata molto vasta, e che la profonda fessurazione della zona favorisce l’infiltrazione di notevoli quantità di acqua rendendone il percorso sotterraneo molto lungo, la gran massa dell’acqua di fondo risulta filtrata e sufficientemente pura.
La composizione chimica e le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua sono idrologicamente connesse alla natura geologica del sottosuolo e alle condizioni fisiche che la influenzano, oltre alle precipitazioni che cadono nel bacino di raccolta.
Oggi l’acqua della Nossana, insieme alla Sorgente del Costone cui si unisce in territorio di Casnigo, all’acquedotto di Algua e agli oltre 500 gruppi di sorgenti che servono il territorio bergamasco, permette di coprire il fabbisogno di un territorio sempre più antropizzato attraverso materia prima proveniente per oltre il 57% da sorgenti.
Prospettive future
È proseguito nel 2020 il progetto da tempo avviato con l’Università degli studi di Milano, dipartimento di Scienze della Terra, per approfondire come i cambiamenti climatici stanno impattando e impatteranno sulla disponibilità idrica della sorgente Nossana, la più importante sorgente del territorio bergamasco ed anche una delle principali sul territorio regionale con oltre 315 mila persone servite.
Questo studio, che è stato reso possibile dalla disponibilità di una tra le più complete serie di dati di portata disponibili per una sorgente, potrà essere ulteriormente implementato per farlo diventare un valido strumento per la gestione della risorsa idrica e per affrontare tempestivamente situazioni critiche.
In particolare l’analisi statistica delle portate medie della sorgente Nossana ha dimostrato che le portate stesse potranno subire in futuro significative variazioni legate al cambiamento climatico. Il quadro che si delinea dallo studio è quello di un possibile aumento dei giorni consecutivi al di sotto della soglia di allerta con un contemporaneo incremento della richiesta idrica da parte dell’utenza (connesso all’aumento delle temperature). È stato inoltre dimostrata una tendenza alla diminuzione nel tempo delle portate medie della sorgente, ma non un esaurimento della stessa in tempi brevi. Questo vantaggio in termini di tempo risulta utile per attuare misure che portino a preservare ed utilizzare meglio la risorsa idrica disponibile.
Proprio con l’obiettivo di salvaguardare e proteggere una risorsa così importante è stata valutata la vulnerabilità integrata della zona della Sorgente Nossana e della Sorgente Costone.
Questa metodologia ha consentito di identificare le zone prioritarie in cui verificare il corretto isolamento del sistema acquifero dalle pressioni antropiche esterne.
Tramite le tecniche di datazione isotopica si è potuta inoltre stimare l’età della riserva idrica. Questo dato è fondamentale qualora si dovesse affrontare un fenomeno di inquinamento, perché permetterebbe di conoscere approssimativamente l’esatta tempistica in cui, rimossa la causa della contaminazione, la qualità della risorsa idrica possa essere completamente ripristinata. Inoltre, questo dato fornisce informazioni sulla durata del ciclo di rinnovo della riserva idrica e quindi sulla natura della sorgente stessa (es. per la Sorgente Nossana, essendo una sorgente a dreno dominante caratterizzata da canali e condotti ampi, non ci si aspettava un’età superiore ai 20 anni). Si è stimato per la Sorgente Nossana un’età della riserva (o tempo di residenza) pari a circa 13 anni, mentre per le Sorgenti del Ponte del Costone di circa 32 anni.