Risposte ai dubbi più comuni

    Bere acqua minerale è più sicuro che bere acqua del rubinetto?

    Si tratta di una falsa credenza. L’acqua del rubinetto (acqua potabile) e quelle minerali naturali non sono diverse dal punto di vista della sicurezza.

    I controlli, infatti, sia nel caso delle acque minerali naturali, sia nel caso dell'acqua potabile o delle acque trattate dopo il punto di consegna (ad esempio nei “chioschi dell’acqua”), assicurano l’assenza di rischi per i consumatori che sono in tutti i casi garantiti.

    L’acqua potabile è un diritto universale dell’uomo da garantire sempre, attraverso la disponibilità per tutti di acqua di buona qualità nei luoghi di vita e di lavoro, in quantità necessaria e a costi accessibili per ogni uso umano, non solo potabile. Per questo, l’origine delle acque destinate al consumo umano può essere diversa: in Italia per l’85% proviene da fonti sotterranee ma anche da fiumi o invasi o da miscele di diverse fonti.

    Le caratteristiche chimiche dell’acqua (durezza, acidità o alcalinità (pH), presenza di sali minerali) e organolettiche (odore e sapore) possono, talvolta, cambiare nel tempo, ma gli standard di sicurezza sono comunque garantiti dai rigorosi controlli operati sotto l’egida del Ministero della Salute, dai gestori idrici e dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) competenti sulle acque lungo tutto il loro percorso, dall'origine al rubinetto.


    Fonte: ISS Link

    L'acqua del rubinetto non è sicura, non viene controllata.

    La qualità dell'acqua potabile è disciplinata dal D.Lgs. 31/2001 e dal D.Lgs 27/2002 che attuano le norme dell'Unione Europea, la direttiva 98/83/CE e la direttiva (UE) 2015/1787.

    Per poter controllare la qualità dell'acqua, Uniacque adotta un rigoroso piano di controlli dei parametri chimici e microbiologici. L'acqua viene analizzata sia alla fonte che in rete.

    Le analisi vengono eseguite dal laboratorio aziendale accreditato Accredia, sito nella sede di Ranica.

    Di seguito una tabella riepilogativa di controlli e parametri: Uniacque effettua in media dieci controlli al giorno sulla qualità dell'acqua che fornisce ai suoi utenti.

    Fonte: Bilancio di esercizio Uniacque anno 2018 -  Fascicolo investimenti (pagina 89).

    L'acqua del rubinetto fa venire i calcoli?

    È una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto, anche quella ad elevato residuo fisso, vale a dire ricca di sali di calcio e magnesio, possa favorire la formazione di calcoli renali.
    La concentrazione di calcio presente nell’acqua potabile di casa non provoca un aumento di calcoli renali.


    Il consiglio molto diffuso di utilizzare acque leggere o moderatamente oligominerali in sostituzione dell’acqua del rubinetto per evitare la formazione di calcoli non è giustificato da evidenze scientifiche.


    È bene infatti ricordare che la formazione dei calcoli, per lo più costituiti da ossalato di calcio, dipende in molti casi da una predisposizione individuale o familiare, in quanto il rischio è più elevato se ci sono in famiglia altre persone che ne soffrono. In caso di predisposizione è essenziale bere in abbondanza e di frequente nell'arco della giornata senza per questo temere che il carbonato di calcio, presente nell'acqua del rubinetto, possa favorire la formazione di calcoli.

    È stato dimostrato infatti che anche le acque minerali ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale mentre, viceversa, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia.

    Il calcio è un elemento essenziale per la nostra salute e la sua assunzione non va ridotta a meno che non sia un medico a prescriverlo.

    Fonte: ISS Link

    L'acqua che bevo dal rubinetto è filtrata per nanoplastiche?

    Allo stato attuale della normativa non è stabilito alcun valore di parametro associato alle microplastiche o alle nanoplastiche né è previsto alcun trattamento.

    In considerazione del fatto che la direttiva europea 2020/2184, concernente la qualità delle acque distribuite per consumo umano, ha affrontato anche la questione delle microplastiche, si attende un probabile sviluppo nei prossimi anni.

    In ogni caso, si fa presente che, dai dati di letteratura disponibili, l’acqua superficiale risulta più suscettibile di contaminazione da microplastiche rispetto alle acque sotterranee captate per alimentare i nostri acquedotti.